COMICON
Luca Massaccesi ed Emanuele Blandamura in convegno all’ Open Fiber a Napoli
– Il cyberbullismo come piaga difficile da contrastare, contro cui scendono in campo a Comicon i campioni della storia sportiva italiana. Accade alla Mostra d’Oltremare nell’incontro organizzato da Open Fiber con l’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile, fondato dal bronzo olimpico a Barcellona Luca Massaccesi che coinvolge decine di ex grandi campioni dello sport italiano. “Qui al Comicon – spiega Massaccesi – ci sono giovani fantastici, migliaia di ragazzi di un popolo di gente educata. Ma molti ragazzi oggi sul web, giocano spesso con aspetti importanti, il web non va demonizzato ma ci sono due aspetti importanti: è tecnologia che ci permette di vivere anche al di fuori del nostro Paese, perché i ragazzi giocano con tutto il mondo, ma almeno il 30% dei giovani vive 24 ore al giorno nel web. Ci vuole un regolamento di condotta di questi ragazzi, dobbiamo parlare con loro con il cuore, senza demonizzare quello che fanno ma spiegando che serve equilibrio come quello dei campioni dello sport”. Una necessità fornita da dati preoccupanti che Massaccesi sottolinea: “Il 75% dei ragazzi – dice – soffre maggiore paura nel cyberbullismo, perché oggi a picchiarti sono bande di giovani criminali che ti filmano per metterti sul web. Il lavoro in questi anni con studi di atenei sul Covid seguito dalla guerra spiegano che i nostri ragazzi stanno peggiorando, con una impennata del 60% sul cyberbullismo e un’impennata sull’autolesionismo, con i nostri ragazzi che si tagliano per non subire il prodotto del loro disagio. In Europa si uccidono tre ragazzi al giorno, è la seconda causa di morte per i giovani”.
Con Massaccesi a parlare ai ragazzi anche Emanuele Blandamura, pugile tre volte campione europeo che a settembre del 2021 ha lasciato il ring: “La cosa importante oggi – spiega – è incoraggiare i ragazzi che possono fare cose importanti. Ci sono strutture e regolamenti ma c’è molto di più, pensiamo a Einstein, Ford, che sono esempi di persone con inizio della loro vita in salita, ma poi capaci di cambiare il mondo. Una cosa che nel mio piccolo ho fatto anche io vivendo un avvio in salita e vincendo titoli. Di questo parlo ai ragazzi, di seguire i propri sogni e loro sono entusiasti, sono come spugne. Nelle scuole ho fatto loro provare un esperimento sulla guerra, chiedendo loro di chiudere gli occhi e immaginare la guerra e poi la sua fine, ho visto la loro emozione più grande di urlare con gioia”.