Karate
Campione del Mondo 2004
Campione del Mondo 2006
Campione d’Europa 2003/2004/2005/2006/2008/2009
10 volte Campione d’Italia
Laurea in Scienze Motorie e Master in Psicologia dello sport
Vincenzo, ora anche tu sei un testimonial contro il bullismo: come e quanto reputi importante cercare di combattere questo fenomeno?
E’ fondamentale debellare questo fenomeno, e io sono per la prevenzione; bisogna agire in età più tenera di quanto non si faccia ora. Io penso che sia più efficace intervenire sui bambini piccoli, educandoli già dalle elementari.
Poi io faccio anche parte di un progetto a Monza promosso dalla Società Sportiva Ronin, si chiama “Io posso difendermi”: io per il karate e Andrea Diotti per il judo ci occupiamo di 4 classi di Istituti Superiori.
Il progetto all’inizio non nasceva direttamente per il bullismo: era più che altro un supporto sia per i ragazzi che per i professori; era rivolto ad inserire l’”educazione” della palestra nella vita scolastica e familiare, ma alla fine è stata inserita anche questa finalità anti bullismo.
Noi andiamo ad incidere sulle abilità mentali dei ragazzi ponendo quiz o difficoltà risolvibili sulla base di una compartecipazione tra i due sport: karate e judo.
Quindi ritieni che, in linea di massima, con il lavoro adeguato e l’educazione preventiva queste dinamiche siano debellabili?
Ne sono convinto. Ti faccio un esempio: abbiamo sottoposto ai ragazzi 450 test dove si andava ad indagare sulla loro opinione riguardo la propria preparazione fisica e mentale.
E’ uscito fuori che un buon 80% dei ragazzi accetta inconsciamente tutto ciò che gli viene proposto e ha paura di proporsi autonomamente. Ecco bisogna lavorare sulla criticità dei ragazzi, criticare è pensare.
Ti ha mai toccato il problema, direttamente e/o non?
Bhè io sono del parere che un conto è la violenza, un conto è la voglia di farsi notare. Con la violenza vera per fortuna non sono mai entrato in contatto, ma ho visto tanti di quei ragazzi esageratamente vivaci o determinati che si potrebbero indirizzare verso un futuro sportivo anziché essere puniti o indicati come bulli.
Sono certo che tutta questa energia e determinazione di certe personalità potrebbe portare decisamente a qualcosa di buono se canalizzata in modi positivi, per esempio indirizzata verso lo sport.
Il lavoro nelle scuole, nella palestre è faticoso, difficile; è un lavoro duplice più che altro: canalizzare e indirizzare positivamente chi ha troppo carattere e cercare di farlo esprimere a chi invece non ce l’ha.
E spesso nel fare ciò, sempre in contesti educativi, i due tipi di personalità piano piano arrivano ad aiutarsi l’un l’altro, ma come ripeto è un lavoro lento e faticoso.