Cintura nera 6° dan di Ju Jitsu e 3° dan di Judo
Presidente della Commissione Nazionale MGA FIJLKAM ( Metodo Globale Autodifesa )
Componente della Commissione Nazionale Ju Jitsu FIJLKAM
Docente Nazionale e Internazionale
Docente Corsi per Istruttori di Difesa Personale Polizia Penitenziaria, Centro di Specializzazione Guardia di Finanza Orvieto e Guardia Costiera.
Esperto Ju Jitsu Internazionale per la JJAFU (Ju Jitsu African Union)
E’ una notizia di pochi giorni fa: il bullismo è sempre più radicato tra i giovani, dentro e fuori le scuole, è un problema molto sentito da studenti di Roma e Milano. Giancarlo Bagnulo, che consigli ti sentiresti di dare ai giovani dall’alto della tua veste di maestro e insegnante?
Di certo il fenomeno del bullismo, così come quello dell’intolleranza, ha avuto negli ultimi tempi una crescita preoccupante nel nostro Paese.
Non voglio e non sono in grado di affrontare il problema dal punto di vista sociale e culturale ma di certo giornalmente, visto il mio ruolo di insegnante, sono obbligato a pormi il quesito di quale siano i consigli da dare ai giovani che si affacciano nei nostri luoghi di pratica. Bene, in realtà il primo consiglio che mi verrebbe da dare è quello di reagire, in senso lato, a questo odioso fenomeno; ma come? E allora nascono tutti i problemi dettati dall’educazione che ogni giovane riceve e dall’ambiente in cui vive.
Al giovane vittima di questa “pressione psicologica” e troppo spesso anche “fisica” consiglio di non chiudersi in se stesso, di trovare amici con cui parlare, con cui confrontare le proprie esperienze, perchè no anche con adulti.
Inoltre, magari, suggerirgli di frequentare una palestra di Arti Marziali, dove il fine ultimo non sia quello di sovrapporre violenza alla violenza, ma di raggiungere una consapevolezza e “sicurezza” psicologica e fisica delle proprie possibilità con una costante pratica. Al giovane invece che esprime caratterialmente un atteggiamento aggressivo e “violento” di certo la pratica delle Arti Marziali può servire, se ben canalizzata, a restituire una posizione più rispettosa delle regole e del compagno creando quella fondamentale nozione che è il rispetto degli altri.
Quanto conta la pratica di un’arte marziale nella formazione di bambini timidi e insicuri?
Conta moltissimo! Molti sono i bambini che i genitori portano in palestra perchè si “sveglino”… e certo la pratica di un Arte Marziale per i bambini, abbinata chiaramente a metodiche ludico-sportive, obbligatorie per la loro età, portano il giovanissimo atleta a trovare una propria collocazione in un gruppo “sociale” vincolato da una gerarchia e da delle regole che, “imposte” dal maestro ( l’adulto), valgono per tutti e non sono invece regolate dalla “legge del più forte”. Inoltre la ricerca graduale del superamento delle proprie prestazioni e la presa di coscenza di questa riuscita aumentano nel bambino la propria sicurezza e capacità di confronto con le “problematiche” di vita affrontate giornalmente.
Hai mai toccato con mano certe dinamiche di bullismo?
Mai toccato con mano? E perchè mai sarei finito in una palestra all’età di 13 anni! Posso affermare di essere un esempio concreto di risoluzione a problemi di insicurezza e “terrore” causati dalla pressione psicologica e “violenta” di giovani all’esterno ed all’interno della scuola.
Mio fratello più grande, stufo di dovermi fare da balia, mi “obbligò” a segnarmi in una palestra di karate, disciplina che lui praticava da qualche anno.
Vicino a casa c’era un palestra dove si praticava il Ju Jitsu….era il lontano settembre del ‘72. Ora continuo a praticare e non sono di certo diventato il prototipo del “Rambo”; ma cosa certa quando esco di casa lo faccio serenamente, consapevole delle problematiche odierne, ma non terrorizzato dalle stesse.